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  • 27/03/2020   Marzo

    5° VENERDI'DI QUARESIMA

     

    SULLA VIA DELLA CROCE
    GESU’ ANNUNCIA LA PASSIONE

     clicca qui per video

    Quarta settimana di Quaresima

    Canto Iniziale
    Saluto e introduzione
    Dalla prima lettera di san Paolo ai Corinzi
    La parola della croce è infatti stoltezza per quelli che vanno in perdizione, ma per quelli che si
    salvano, per noi, è potenza di Dio. Sta scritto infatti: Distruggerò la sapienza dei sapienti, e
    l'intelligenza degli intelligenti riproverò. Dov'è il sapiente? Dov'è lo scriba? Dove l'intellettuale di
    questo mondo? Non ha forse Dio dimostrato stolta la sapienza di questo mondo?
    1 Cor 1,18-20

    Dal Vangelo di Luca


    Poi disse a tutti: "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la propria croce
    ogni giorno e mi segua. Poiché chi vorrà salvare la propria vita la perderà, ma chi perderà la propria
    vita per causa mia la salverà".
    Lc 9,23-24

    Preghiera di intercessione


    Rit.: Signore, abbi misericordia.
    ... di tutti i peccati contro la natura, 1'ambiente e la buona qualità della vita, commessi in questo
    secolo e millennio.
    ... di tutte le distruzioni e del sangue delle guerre, mondiali e locali, combattute in questo secolo e
    millennio.
    ... di tutte le vittime innocenti dei sistemi ideologici e totalitari, imposti in questo secolo e
    millennio.
    ... di tutti i morti per fame e degrado sociale, dovuti a strutture economiche perverse, in questo
    secolo e millennio.
    ... di tutti i martiri perseguitati per la giustizia, la fede e la verità, in questo secolo e millennio.
    ... di tutte le incomprensioni, le intolleranze e le tensioni, consumate fra confessioni religiose
    diverse, in questo secolo e millennio.
    ... di tutti gli abusi e le violenze perpetrate sui bambini, sulle donne e sui deboli, in questo secolo e
    millennio.
    ... di tutti i lutti e i pianti, causati dalla malavita e da una cattiva amministrazione della giustizia, in
    questo secolo e millennio.
    ... di tutti gli aborti e dell'emigrazione forzata di interi popoli, in questo secolo e millennio.
    ... di tutte le forme di alienazione e di pedagogia fasulla, proposte in questo secolo e millennio.
    ... di tutte le contro-testimonianze, offerte dai cristiani, in questo secolo e millennio.
    .. . di tutte le omissioni di bene fatte per paura, egoismo, superficialità e scarsità di fede, in questo
    secolo e millennio.

    Silenzio e confessione personale adorando la Croce

    Ci manca il respiro, Signore!
    Manca il respiro all’umanità, quella che Tu un giorno hai creato, infondendo in una
    manciata di terra il tuo respiro di vita!
    Manca il respiro, Signore, a tanti uomini e donne costretti a respirare con l’aiuto delle
    macchine, e manca ancora di più a quanti hanno bisogno di quelle macchine, ma queste
    rischiano di non essere sufficienti di numero e di efficacia.
    Manca il respiro, Signore, a tanti professionisti della salute che si affannano nelle corsie di
    ospedale con turni debilitanti e mettendo a rischio la propria di salute. Hanno paura di non
    farcela. E a volte non ce la fanno.
    Manca il respiro, Signore, a tanti uomini e donne di scienza, a quelli impegnati
    nell’angustia dei loro laboratori nella vera e propria lotta della ricerca, e a quelli impegnati
    a dire tante parole, forse troppe, per dare informazioni, raccomandazioni, rassicurazioni.
    ----
    Manca il respiro, Signore, a tantissimi uomini e donne e a tante famiglie che vivono
    nell’ansia, proprio quella che ti prende alla gola e ti fa sentire come un macigno che preme
    sul petto, costretti a riscoprire la radicale fragilità e impotenza di ognuno di noi.
    Manca il respiro, Signore, alla maggioranza dei cittadini, se, cedendo alle varie sirene di
    allarmismo, corrono disordinatamente a fare provviste, rimanendo senza fiato e a volte
    lasciando spazio alla cattiveria sociale, che nasce sempre dall’egoismo e dall’avidità.
    Manca il respiro, Signore, ai responsabili della vita pubblica; abituati a occuparsi del
    consenso proprio e della denigrazione altrui, più che del reale bene della collettività;
    manca il respiro oggi che ce la stanno davvero mettendo tutta, o almeno fanno quanto
    riescono
    -----
    Manca il respiro, Signore, al nostro sistema economico, che avrà pure tutti i suoi limiti e
    una montagna di incongruenze, ma ci è necessario per il mantenimento del nostro vivere
    quotidiano, così come ce lo siamo impostato. E se manca il respiro all’economia,
    progressivamente mancano guadagni, investimenti, pagamenti, stipendi, salari, posti di
    lavoro, dignità...per le famiglie che si trovano in affanno
    Manca il respiro, Signore, agli studenti e agli insegnanti delle nostre scuole: anche i più
    pigri e svogliati stanno provando un desiderio per loro inedito: “vogliamo andare a lezione!”
    e tutti gli educatori hanno il fiato corto per la paura di non adempiere al loro dovere di
    attrezzare al meglio le nuove generazioni.
    Manca il respiro, Signore, a tutti i lavoratori, dipendenti o liberi professionisti: non è il
    sudore del lavoro tenace e competente a bagnare le loro fronti, ma il sudore
    dell’incertezza: potrò ancora lavorare? E come sarò equamente retribuito in vista della
    recessione?

    -----
    Manca il respiro a quelle persone che già da tempo e per le più disparate cause vivono
    recluse, come i carcerati o i ricoverati nelle strutture per anziani e per malati psichici: il
    dono di una visita amica viene improvvisamente vietato, e scoppia la rabbia nel timore di
    una morte sociale definitiva... e qualcuno può essere tentato di togliersi il respiro con le
    proprie mani.
    Manca il respiro, Signore, alle nostre amicizie: quanto è bello sentirci o vederci a distanza;
    ma quanto – senza accorgercene magari – ravviviamo la paura se le nostre conversazioni
    e i nostri messaggi sono inevitabilmente monotematici... anche il semplice “stai sereno”,
    “tutto passa”, “che cosa ti prepari per cena?”, “quale serie Tv ti guardi?” tacitamente
    presuppongono il nemico invisibile che non ci permette altro.
    ----
    Dalla commissione Famiglie:

    “Manca il respiro Signore alle famiglie che vivono momenti di apprensione e preoccupa-
    zione per i loro cari, per quelli che sono in casa e per quelli che non possono incontrare.

    Manca il respiro a quelle famiglie visitate dal dolore insensato di aver vissuto il dramma di
    un affetto tolto dalle mura domestiche e mai più rivisto. Ci uniamo Signore a tutte queste
    famiglie, in particolare quelle delle nostra comunità, che non hanno potuto piangere la
    sepoltura del loro congiunto e si sono poi trovate a non poter sperimentare la grazia di un
    abbraccio di condivisione. Vogliamo essere vicini a questi nostri fratelli che vivono alla
    ricerca di un senso per tutto questo dolore.
    Manca il respiro, Signore, alle nostre comunità parrocchiali: sono la risorsa più preziosa
    contro il male dell’indifferenza e dell’isolamento; quanto ci pesa non poterci incontrare e
    non poter stare insieme; quanto manca il tuo cibo, il tuo farti carne e sangue per noi,
    anche se spiritualmente ti sentiamo dentro la nostra carne.
    Ci manca il respiro Signore, a quanti sono credenti, costretti in qualche modo a gestire
    seriamente il perenne dibattito interiore e pubblico, personale e universale: “L’hai voluto
    Tu? È un Tuo segno? È un Tuo castigo? Ce lo siamo meritati per tutti i nostri peccati? Vuoi
    dirci qualcosa?” O forse quello che vuoi è altro:
    - che questo dramma sia occasione propizia per riscoprire l'amore compassionevole di Dio
    in quanti operano il bene;
    - che questa fragilità umana sia compresa nella fede in Lui che si è fatto fragile come noi;
    - che questo mondo, provato nel suo orgoglio, faccia emergere il desiderio di Lui, che ci
    invita ad amarci;
    - che le morti che decimano le nostre famiglie ci ispirino ad uno sguardo all'oltre della
    nostra vita, per comprendere l'ora che stiamo vivendo.
    Ascolto del canto: “li amò sino alla fine”

    preghiera personale

    RIDONACI IL TUO RESPIRO SIGNORE:
    il Respiro vitale delle origini del mondo
    e il Respiro santo delle origini della Chiesa.
    Signore, permettici di essere espliciti e concreti:
    ferma l’epidemia;
    guarisci i malati;
    illumina l’intelligenza degli scienziati perché producano presto una cura efficace;
    benedici gli sforzi buoni delle autorità civili;
    riaccendi il gusto e la responsabilità della vita sociale;
    restituisci unità e verità alla tua Chiesa;
    ridona a tutti la gioia di vivere questa esistenza fragile su questo pianeta fragile;
    Sappiamo che ci hai fatto per il cielo e ci aspetti in cielo: fa’ che ci giungiamo con un
    bagaglio di maggiore fiducia e minore angoscia.
    Accogli presso di te tutte le vittime di questa epidemia; oggi: hanno già
    scontato il loro purgatorio.
    Sei Mistero insondabile.
    Sei Dio compassionevole.
    Sei Amore misericordioso .
    Aggiusta tu tutte le considerazioni sbagliate ed esaudisci tutte le domande che
    corrispondono al tuo disegno di salvezza.
    Fa’ che ti possiamo sempre volere bene, e insegnaci a volerci bene.
    Amen.

    Orazione
    Benedizione
    Canto finale

  • 13/03/2020   Marzo

    3° VENERDI' DI QUARESIMA

     

    saluto


    Preghiera iniziale
    La croce non è un vestito o un paio di scarpe, che devono starti bene.
    La croce non va mai a pennello dei tuoi gusti
    e delle tue esigenze particolari.
    La croce strappa, ammacca, graffia, scortica, schiaccia, tira giù...
    Eppure non c'è dubbio... per essere veramente tua, la croce non deve andarti bene .... Anche a
    Cristo non andava bene la sua croce.
    Non andava bene il tradimento di Giuda, il sonno degli apostoli,
    la congiura dei nemici, la fuga degli amici, il rinnegamento di Pietro,
    gli scherni dei soldati... il grido feroce della folla...
    Ciò che conta non è che la croce sia su tua misura
    L'essenziale è che tu sia a misura del Cristo.

    Gesù prega nell’orto degli Ulivi

    Cel: Ti Adoriamo Cristo e ti benediciamo
    Ass: Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo
    Dal vangelo secondo Luca (22, 39-44)
    Uscito se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. 40

    Giunto sul

    luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». 41

    Poi si allontanò da loro quasi un tiro

    di sasso e, inginocchiatosi, pregava: 42

    «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non

    sia fatta la mia, ma la tua volontà». 43

    Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. 44
    In
    preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che
    cadevano a terra.
    commento
    Pregare non è solo dire preghiere, la preghiera è parlare con Te Gesù, dire cose semplici, i nostri
    problemi, ciò che ci preoccupa, i nostri sogni. Pregare è mettere il nostro cuore nelle tue mani.
    Per qualche attimo chiudiamo gli occhi e preghiamo, come diremmo noi ragazzi, connettiamoci con
    Dio, proviamo a dirgli qualcosa, ma non cose banali, diciamogli qualcosa che ci sta a cuore.
    Preghiera
    Noi ti seguiremo Signore Gesù.
    Affinché noi ti possiamo seguire, chiamaci, perché senza di Te nessuno può camminare. Davvero
    Tu sei per noi Via, Verità e Vita.
    Accoglici, come strada pianeggiante. Rassicuraci, come la verità rende sicuri. Fa’ di noi dei
    viventi, perché Tu sei vita
    SEGNO: Angelo Custode
    Dai, ragazzi, per questa settimana ci impegniamo a pregare e a fare una telefonata agli amici del
    nostro gruppo di catechismo, a fare da angeli custodi.

    Gesù è tradito da Giuda

    Cel: Ti Adoriamo Cristo e ti benediciamo
    Ass: Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo
    Dal Vangelo di Luca (22, 39-53)
    39 Uscito se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. 40 Giunto

    sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». 41 Poi si allontanò da loro quasi un
    tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava: 42 «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice!
    Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». 43 Gli apparve allora un angelo dal cielo a
    confortarlo. 44 In preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come
    gocce di sangue che cadevano a terra. 45 Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li
    trovò che dormivano per la tristezza. 46 E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non
    entrare in tentazione».
    47 Mentre egli ancora parlava, ecco una turba di gente; li precedeva colui che si chiamava Giuda,
    uno dei Dodici, e si accostò a Gesù per baciarlo. 48 Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tradisci il
    Figlio dell'uomo?». 49 Allora quelli che eran con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero:
    «Signore, dobbiamo colpire con la spada?». 50 E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e
    gli staccò l'orecchio destro. 51 Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate, basta così!». E toccandogli
    l'orecchio, lo guarì. 52 Poi Gesù disse a coloro che gli eran venuti contro, sommi sacerdoti, capi
    delle guardie del tempio e anziani: «Siete usciti con spade e bastoni come contro un
    brigante? 53 Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete steso le mani contro di me; ma questa
    è la vostra ora, è l'impero delle tenebre».
    Commento
    Quanto è facile anche per noi essere parte della “folla” che urla...
    Ci si sente forti perché si è in tanti, ma non ci accorgiamo di chi dall’altra parte è nella solitudine e
    si sente accusato.
    Quante volte per “difenderci” dalle brutte figure noi tradiamo l’amicizia di qualcuno scegliendo la
    via della menzogna.
    Sono facili scorciatoie che non portano al bene, anzi che alimentano il fuoco del male... aiutaci
    Signore a cercare e difendere la verità... anche quando ci costa fatica!
    Preghiera
    Ripetiamo: perdonaci Signore
    * Per quando proviamo vergogna a parlare di te agli altri
    * Per quando nei momenti di paura ti accusiamo di non far nulla per noi
    * Per quando non abbiamo il coraggio di dire la verità

    Gesù è condannato a morte

    Cel: Ti Adoriamo Cristo e ti benediciamo
    Ass: Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo
    Dal vangelo secondo Matteo (26, 57-63)
    Or quelli che avevano arrestato Gesù, lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale
    già si erano riuniti gli scribi e gli anziani. 58 Pietro intanto lo aveva seguito da lontano fino al
    palazzo del sommo sacerdote; ed entrato anche lui, si pose a sedere tra i servi, per vedere la
    conclusione.
    59 I sommi sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano qualche falsa testimonianza contro Gesù, per
    condannarlo a morte; 60 ma non riuscirono a trovarne alcuna, pur essendosi fatti avanti molti falsi
    testimoni. 61 Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: «Costui ha dichiarato: Posso
    distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni». 62 Alzatosi il sommo sacerdote gli disse:
    «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». 63 Ma Gesù taceva. Allora il
    sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, perché ci dica se tu sei il Cristo, il
    Figlio di Dio». 64 «Tu l'hai detto, gli rispose Gesù, anzi io vi dico:
    d'ora innanzi vedrete il Figlio dell'uomo
    seduto alla destra di Dio,
    e venire sulle nubi del cielo».
    65 Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Perché abbiamo
    ancora bisogno di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; 66 che ve ne pare?». E quelli

    risposero: «È reo di morte!». 67 Allora gli sputarono in faccia e lo schiaffeggiarono; altri lo
    bastonavano, 68 dicendo: «Indovina, Cristo! Chi è che ti ha percosso?».
    commento
    Quante volte, a scuola, in palestra, al parco, per paura di essere esclusi, ci uniamo al gruppo dei
    bulli, insultiamo gli amici, diciamo bugie per non finire nei guai. Ci mettiamo all’ascolto di cose
    inutili, ci piace ascoltare quando sparlano degli altri. Quante volte facciamo finta di non vedere chi
    è nel bisogno, o vediamo cose proibite.
    Allora Signore aiutaci ad usare un buon collutorio, affinché dalla nostra bocca possa uscire una
    preghiera, una parola di incoraggiamento, un sorriso. Dei cotton fioc per toglierci il cerume e
    ascoltare qualcuno che ha bisogno di parlare un po’. Il collirio affinché i nostri occhi possano
    vedere le cose come le vedi tu e non solo quelle che ci fanno comodo.
    Preghiera
    Signore Gesù, quando vediamo nero, quando siamo senza speranza,
    quando la solitudine ci deprime,
    facci sentire la tua voce.
    Così sapremo riprendere il cammino della vita
    sostenuti da Te
    che hai sperimentato la debolezza della croce
    SEGNO: Bocca, orecchie e occhi
    Ci dicono di non toccarli in questi giorni... ogni giorno al mattino con il segno della croce dico
    GRAZIE al Signore per avermi dato questi organi per vedere, sentire, gustare le cose belle del
    mondo...

  • 06/03/2020   Marzo

    2° VENERDI’ DI QUARESIMA

    Il Cireneo aiuta Gesù a portare la croce

    clicca qui per vedere il video

    Guida: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
    Tutti: perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

    1° Lett. Dalla lettera di San Paolo apostolo ai Gàlati
    Portate i pesi gli uni degli altri: cosi adempirete la legge di Cristo. Se infatti uno pensa di essere qualcosa, mentre non è nulla, inganna se stesso. Ciascuno esamini invece la propria condotta e allora troverà motivo di vanto solo in se stesso e non in rapporto agli altri. Ciascuno infatti porterà il
    proprio fardello. Chi viene istruito nella Parola, condivida tutti i suoi beni con chi lo istruisce. Non fatevi illusioni: Dio non si lascia ingannare. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato. Chi semina nella sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione; chi semina nello Spirito, dallo Spirito
    raccoglierà vita eterna. (Gal 6,2-8)

    2° Lett. Meditazione
    Signore Gesù, sulla via del Calvario hai sentito forte, nella tua umanità debole e indifesa, la fatica di portare sulle tue spalle scorticate dalle ferite, quel palo di legno ruvido. Invano hai sperato che qualche tuo amico, uno dei tuoi discepoli o una persona compassionevole ti sostenesse in quelle
    indicibili sofferenze. Purtroppo solo uno sconosciuto, Simone di Cirene, obbligato dai soldati romani, ti ha dato una mano. Dove sono oggi i nuovi cirenei del nostro tempo? Dove li troviamo? C’è a Roma un gruppo di religiose di diverse nazionalità le quali, da diversi anni, ogni sabato, visitano un centro per donne immigrate prive di documenti, donne spesso giovani, in attesa di conoscere il loro destino, in bilico fra espulsione e possibilità di rimanere. Quanta sofferenza incontrano, ma anche quanta gioia in queste donne nel trovarsi di fronte religiose provenienti dai loro Paesi, che parlano le loro lingue, che asciugano le loro lacrime, che condividono i loro momenti di preghiera e di festa, che rendono meno duri i lunghi mesi trascorsi tra sbarre di ferro e asfalti di cemento! Per tutti i cirenei della nostra storia perché non venga mai meno in loro il desiderio di accoglierti, o Gesù, sotto le sembianze, a volte sfigurate, degli ultimi della terra, coscienti che accogliendo lo scarto della nostra società accogliamo Te. Siano questi samaritani i portavoce attivi e fedeli di chi non ha più voce.


    video testimonianza


    La Veronica asciuga il volto di Gesu'

     

    Guida: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
    Tutti: perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

    1° Lett. Dal libro dei Salmi
    Il mio cuore ripete il tuo invito: “Cercate il mio volto!”. Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tua volto, non respingere con ira il tuo servo.
    Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. (Sal 27,8-9)

    2° Lett. Meditazione
    Gesù trascina a stento il legno che diventa sempre più pesante, ma la luce sul suo volto resta intatta. Non c’è offesa che possa opporsi alla sua bellezza. Gli sputi non l’hanno oscurata. Gli schiaffi non sono riusciti a spegnerla. Quel volto appare come un roveto ardente che, più viene oltraggiato e più riesce a emanare una luce di salvezza. Scendono lacrime silenziose dagli occhi del Maestro. Porta il peso dell’abbandono. Eppure Gesù avanza, non si ferma, non torna indietro, affronta l’oppressione. È turbato dalla crudeltà dei suoi aguzzini, ma Lui sa che il suo morire non sarà vano. A un certo punto alza lo sguardo tumefatto, si ferma perché ha di fronte una donna coraggiosa che gli viene incontro: è la Veronica, vera immagine femminile della tenerezza! Il Signore, stremato dal suo corpo ridotto a un verme, incarna il nostro bisogno di essere aiutati, di sentirci amati e protetti da gesti di premura e di solidarietà. Le carezze di questa creatura si bagnano del sangue prezioso di Gesù che si stampa in quel lino delicato, e cancellano gli atti di profanazione che ha ricevuto in quelle ore di tortura. La Veronica riesce a toccare Gesù, il mite, l’umile e a sfiorarne il candore per alleviare e partecipare alla sua sofferenza. In Gesù riconosce ogni prossimo da consolare per giungere al gemito di dolore di quanti nostri fratelli e sorelle, non ricevono premurosa assistenza e compassione, e muoiono di solitudine.

    Testimonianza: Suore Scalabriniane e progetto “Kaire Gynai”
    Nascono a Roma due case per le donne rifugiate con bambini e per le migranti in situazioni di vulnerabilità. Si chiama “Kaire Gynai”, frase in greco che sta per “Benvenuta donna”. L’iniziativa è stata resa possibile oltre che dalla Congregazione delle suore Missionarie Scalabriniane, anche dal
    Dicastero della Santa Sede per il Servizio dello Sviluppo umano integrale. Oggi anche altre Congregazioni religiose femminili contribuiscono alla buona riuscita del progetto. Le due case (tra le prime del genere in Italia) nascono in via della Pineta Sacchetti e in via Michele Mercati e sono state inaugurate lo scorso 30 settembre. Sono accolte le donne che hanno già ottenuto il riconoscimento dello status di rifugiate in Italia o che potrebbero regolarizzare la loro condizione migratoria, includendo anche donne per cui è necessaria la trasformazione del tipo di permesso. Nelle due case si potrà stare per un periodo che va dai 6 mesi a un anno massimo, fino a che non abbiano raggiunto una completa autonomia e integrazione. Una siriana, una congolese, una ugandese: sono loro le prime entrate nella casa. Si tratta di persone che hanno avuto nelle loro comunità una serie di percorsi professionali che potrebbero essere utili in un processo di integrazione. Tra loro, anche una avvocatessa esperta di diritti umani. “Per noi lavorare con i migranti è una grande grazia che conferma la nostra missione. Ringraziamo Papa Francesco per il suo appello e la sua chiamata rivolta a tutto il mondo, invitandoci ad assumere quanto a lui sta cuore, cioè le donne migranti e rifugiate con bambini; il mio ringraziamento anche alla Congregazione delle Suore Missionarie del Sacro Cuore di Gesù che molto generosamente hanno aperto le loro case e insieme possiamo gestire il progetto. Tra noi c’è una grandissima collaborazione per sostenere i migranti”, spiega suor Neusa, superiora generale delle Scalabriniane. “Accogliere, proteggere, promuovere, integrare sono i quattro verbi guida per Papa Francesco e sono i quattro verbi che guidano le nostre scelte pastorali, perché nessuno deve sentirsi straniero, tutti siamo figli e figlie dello stesso Padre”. “Valorizziamo il principio della dignità umana, il diritto alla libertà e all’uguaglianza, la valorizzazione delle persone e la loro tutela. L’intenzione è quella di sostenere le donne nel loro percorso di integrazione e valorizzazione professionale. La base è il riscatto della speranza: queste donne ricevono aiuto e accompagnamento umano e professionale, vivendo esperienze di convivenza, di divertimento e di spiritualità che siano rivitalizzanti per riscattare la stima di loro stesse, spesso ferita durante il loro viaggio migratorio. E nello stesso tempo queste donne e i loro figli potranno contribuire alla costruzione di una società diversa, qui nel territorio romano dove sono inserite”.

    Preghiamo Insieme
    Possa una mano amica tergere le tue lacrime nel momento del dolore,
    quando le tue mani hanno cercato tutto il giorno,
    come un cieco, la luce e la gioia.
    Giungo, come vedi, alla tua presenza con la dolente voce della mia indigenza.
    La stanchezza nei piedi e nello sguardo, e le mani vuote, senza nulla.
    Ma tu sai, Signore, che ai tuoi occhi non sono mai
    inutili o vani i desideri del nostro cuore:
    prendi le nostre mani vuote, cosi come sono;
    anzi tienici sul palmo della tua mano, o Signore,
    fino al nostro prossimo incontro con te.
    Amen.

  • 28/02/2020   Febbraio

    1° VENERDI’ DI QUARESIMA

    Gesù condannato a morte

    Clicca qui per vedere il video

     

    Sac: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo

    Tutti: perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

    1° Lett. Dal Vangelo secondo Luca

    Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù. Ma essi urlavano: «Crocifiggilo, crocifiggilo!››. Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato nulla in lui che meriti la morte. Dunque lo punirò e poi lo rilascerò». Ma essi insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso; e le loro grida crescevano. Pilato allora, decise che la loro richiesta fosse eseguita. Rimise in libertà colui che era stato messo in carcere per rivolta e omicidio e che essi richiedevano e consegnò Gesù al loro volere. (Lc 23, 20-25)

    2° Lett. Meditazione

    Un Pilato impaurito che non cerca la verità, il dito puntato di accusa ed il grido crescente della folla inferocita sono i primi passi del morire di Gesù. Innocente, come un agnello, il cui sangue salva il suo popolo. Quel Gesù che `e passato tra noi, sanando e benedicendo, ora viene condannato alla pena capitale. Nessuna parola di gratitudine dalla folla, che sceglie invece Barabba. Per Pilato, diventa un caso imbarazzante. Lo scarica alla folla e se ne lava le mani, tutto attaccato al suo potere. Lo consegna, perché sia crocifisso. Non vuole più sapere nulla di lui. Per lui, il caso è chiuso! La condanna sbrigativa di Gesù raccoglie cosi le facili accuse, i giudizi superficiali tra la gente, le insinuazioni ed i preconcetti che chiudono il cuore e si fanno cultura razzista, di esclusione e di “scarto”, con le lettere anonime e le orribili calunnie. Accusati, si è subito sbattuti in prima pagina; scagionati, si finisce in ultima! E noi? Sapremo avere una coscienza retta e responsabile, trasparente, che non volga mai le spalle all’innocente, ma si schieri, con coraggio, in difesa dei deboli, resistendo all’ingiustizia e difendendo ovunque la verità violata?

    Testimonianza dal mensile “Vita”.

    “Stanotte ho sognato Gesù bambino. Mi ha detto che voi dovete morire”. Così l’ammiraglio Emilio Massera, iscritto alla P2 di Licio Gelli e uomo forte della giunta militare durante la dittatura argentina, mandava a morire gruppi di prigionieri eccedenti dell’Esma, la scuola superiore della Marina militare nel centro di Buenos Aires, trasformata in un campo clandestino di sterminio per gli oppositori del regime. I “voli speciali” erano settimanali. I detenuti scelti aspettavano nei sotterranei per circa 24 ore, incappucciati e incatenati, poi il silenzio veniva rotto dal rumore dei motori. Venivano caricati sugli aerei, inebetiti da iniezioni di Pentotal e gettati nel vuoto. I corpi finivano in mare aperto o nel Rio de la Plata. Accadeva sul finire degli anni ‘70. Le vittime dei voli sono state circa 4.000. La confessione del capitano di corvetta, Francisco Scillingo, contenuta nel libro intervista del giornalista Horacio Verbitsky, ormai è di pubblico dominio. Nonostante la legge dell’obbedienza dovuta, promulgata dal primo presidente civile, Raul Alfonsin, né quella del “punto finale” varata dal presidente, Carlos Menem, abbiano assolto con un colpo di spugna i 1.300 militari responsabili della scomparsa di 30 mila argentini, le madri e le nonne di Plaza Mayo non si arrendono, anzi non dimenticano. Così, ogni giovedì, da quarant’anni, scendono in piazza per ricordare e per chiedere giustizia. Un’altra forma di protesta avviata di recente è quella di segnalare con cartelli le abitazioni dei militari avvertendo così i vicini della presenza dei torturatori. Due anni fa, durante l’anniversario del golpe, c’è stato il battesimo dei figli degli scomparsi. Qualcuno di loro ha sentito la necessità di avvicinarsi alle madri per indagare sul proprio passato, la stampa ha fatto da cassa di risonanza e ora si sta assistendo, per la prima volta, all’incontro dei figli degli scomparsi, in cerca della propria identità. Alcuni sono nati in cattività durante il sequestro, altri sono stati adottati dai carnefici dei loro genitori e solo da poco hanno saputo la verità. Dei 500 figli dei desaparecidos, ne sono stati recuperati solo 60: perciò le madri hanno costituto una banca di Dna per permettere ai figli degli scomparsi di scoprire la verità. Questi ragazzi, che oggi hanno 20 anni, sono il ricambio della memoria vitale per le madri e le nonne di Plaza de Mayo, loro rappresentano la speranza che un giorno la verità arriverà. E forse allora verrà anche il perdono.

    Le parole di papa Francesco

    “Cara Annamaria, in questi giorni in cui si ricorda il 30 aprile del ‘77, anniversario della fondazione delle “Madri” (di Plaza de Mayo), quando le madri si sono organizzate, mi ricordo tanto di tua mamma, che lavorò tanto, che fu una lottatrice e insieme a lei tante donne che lottarono per la giustizia, sia perché avevano perso i loro figli o semplicemente donne madri che, vedendo il dramma di tanti figli scomparsi, si sono aggregate per lottare anche per questo. Sono sicuro che, oltre al loro riconoscimento universale, Dio ce le ha nel suo cuore. Sono lottatrici, lottarono per la giustizia e ci hanno insegnato la strada che bisogna percorrere per andare avanti. Mi rallegra il fatto che tu segua i passi di tua madre e che li faccia conoscere agli altri nel tuo programma radiofonico. Cosicché oggi, in modo speciale, prego per le Madri, prego per te, prego per tua madre Ester e prego per tutti gli uomini e le donne di buona volontà che vogliono portare avanti un progetto di giustizia e di fratellanza insieme”.

    Preghiamo insieme

    Signore Gesù, ci sono mani che sostengono

    e ci sono mani che firmano ingiuste condanne.

    Fa che, sostenuti dalla tua grazia, non scartiamo nessuno.

    Difendici dalle calunnie e dalla menzogna.

    Aiutaci a cercare sempre la verità, e a stare dalla parte dei deboli,

    capaci di accompagnare il loro cammino.

    E dona la tua luce a chi deve, per missione, giudicare in tribunale,

    perché emetta sempre sentenze giuste e vere.

    Amen.

     

     

    Gesù prende la croce

     

    Guida: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo

    Tutti: perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

    1° Lett. Dal Vangelo secondo Giovanni

    Era la Parasceve della Pasqua, verso mezzogiorno, Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!››. Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?››. Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e l’altro dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». (Gv 19, 14-19)

    2° Lett. Meditazione

    Gli sposi cristiani sono un richiamo permanente per la Chiesa di ciò che e accaduto sulla croce. Essi partecipano e sono chiamati a vivere la carità stessa di Cristo che si dona fino alla morte. «Come Io vi ho amato» (Gv 13,34): è questa la misura del vero amore. Seguendo Gesù, rinnegando se stessi, prendendo su di loro la propria croce, gli sposi potranno capire il senso originale del matrimonio e viverlo in pienezza con l’aiuto di Cristo. Ciò richiede una «virtù fuori dal comune», ed è per questo che «i coniugi, resi forti dalla grazia per una vita santa, coltiveranno la fermezza dell’amore, la grandezza d’animo e lo spirito di sacrificio impetrandolo con la preghiera». «Tutto posso in colui che mi dà la forza» (Fil 4,13).

    Preghiamo insieme

    Aiutaci, Gesù, a non fuggire il sacrificio,

    le responsabilità e le sofferenze del nostro matrimonio.

    Insegnaci ad accettare e ad amare le nostre croci

    senza lasciarci prendere dalla stanchezza e dall’egoismo

    Aiutaci a vedere nelle nostre croci un modo per condividere la tua croce

    e per amarti più intimamente.

    Donaci forza e coraggio

    quando dentro di noi l’uomo vecchio si ribella.

    Non ci abbandonarci

    quando la nostra carne e il nostro cuore,

    flagellati e crocifissi, gridano a te

    come terra riarsa, arida, senz’acqua.

    Facci comprendere come ogni amore vero

    passa attraverso la sofferenza,

    e che la sofferenza quotidiana accolta,

    sopportata con pazienza, valorizzata e offerta,

    costituisce il vero culto dovuto a te.

    Amen