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Il Cireneo aiuta Gesù a portare la croce

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Guida: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
Tutti: perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

1° Lett. Dalla lettera di San Paolo apostolo ai Gàlati
Portate i pesi gli uni degli altri: cosi adempirete la legge di Cristo. Se infatti uno pensa di essere qualcosa, mentre non è nulla, inganna se stesso. Ciascuno esamini invece la propria condotta e allora troverà motivo di vanto solo in se stesso e non in rapporto agli altri. Ciascuno infatti porterà il
proprio fardello. Chi viene istruito nella Parola, condivida tutti i suoi beni con chi lo istruisce. Non fatevi illusioni: Dio non si lascia ingannare. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato. Chi semina nella sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione; chi semina nello Spirito, dallo Spirito
raccoglierà vita eterna. (Gal 6,2-8)

2° Lett. Meditazione
Signore Gesù, sulla via del Calvario hai sentito forte, nella tua umanità debole e indifesa, la fatica di portare sulle tue spalle scorticate dalle ferite, quel palo di legno ruvido. Invano hai sperato che qualche tuo amico, uno dei tuoi discepoli o una persona compassionevole ti sostenesse in quelle
indicibili sofferenze. Purtroppo solo uno sconosciuto, Simone di Cirene, obbligato dai soldati romani, ti ha dato una mano. Dove sono oggi i nuovi cirenei del nostro tempo? Dove li troviamo? C’è a Roma un gruppo di religiose di diverse nazionalità le quali, da diversi anni, ogni sabato, visitano un centro per donne immigrate prive di documenti, donne spesso giovani, in attesa di conoscere il loro destino, in bilico fra espulsione e possibilità di rimanere. Quanta sofferenza incontrano, ma anche quanta gioia in queste donne nel trovarsi di fronte religiose provenienti dai loro Paesi, che parlano le loro lingue, che asciugano le loro lacrime, che condividono i loro momenti di preghiera e di festa, che rendono meno duri i lunghi mesi trascorsi tra sbarre di ferro e asfalti di cemento! Per tutti i cirenei della nostra storia perché non venga mai meno in loro il desiderio di accoglierti, o Gesù, sotto le sembianze, a volte sfigurate, degli ultimi della terra, coscienti che accogliendo lo scarto della nostra società accogliamo Te. Siano questi samaritani i portavoce attivi e fedeli di chi non ha più voce.


video testimonianza


La Veronica asciuga il volto di Gesu'

 

Guida: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
Tutti: perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

1° Lett. Dal libro dei Salmi
Il mio cuore ripete il tuo invito: “Cercate il mio volto!”. Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tua volto, non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. (Sal 27,8-9)

2° Lett. Meditazione
Gesù trascina a stento il legno che diventa sempre più pesante, ma la luce sul suo volto resta intatta. Non c’è offesa che possa opporsi alla sua bellezza. Gli sputi non l’hanno oscurata. Gli schiaffi non sono riusciti a spegnerla. Quel volto appare come un roveto ardente che, più viene oltraggiato e più riesce a emanare una luce di salvezza. Scendono lacrime silenziose dagli occhi del Maestro. Porta il peso dell’abbandono. Eppure Gesù avanza, non si ferma, non torna indietro, affronta l’oppressione. È turbato dalla crudeltà dei suoi aguzzini, ma Lui sa che il suo morire non sarà vano. A un certo punto alza lo sguardo tumefatto, si ferma perché ha di fronte una donna coraggiosa che gli viene incontro: è la Veronica, vera immagine femminile della tenerezza! Il Signore, stremato dal suo corpo ridotto a un verme, incarna il nostro bisogno di essere aiutati, di sentirci amati e protetti da gesti di premura e di solidarietà. Le carezze di questa creatura si bagnano del sangue prezioso di Gesù che si stampa in quel lino delicato, e cancellano gli atti di profanazione che ha ricevuto in quelle ore di tortura. La Veronica riesce a toccare Gesù, il mite, l’umile e a sfiorarne il candore per alleviare e partecipare alla sua sofferenza. In Gesù riconosce ogni prossimo da consolare per giungere al gemito di dolore di quanti nostri fratelli e sorelle, non ricevono premurosa assistenza e compassione, e muoiono di solitudine.

Testimonianza: Suore Scalabriniane e progetto “Kaire Gynai”
Nascono a Roma due case per le donne rifugiate con bambini e per le migranti in situazioni di vulnerabilità. Si chiama “Kaire Gynai”, frase in greco che sta per “Benvenuta donna”. L’iniziativa è stata resa possibile oltre che dalla Congregazione delle suore Missionarie Scalabriniane, anche dal
Dicastero della Santa Sede per il Servizio dello Sviluppo umano integrale. Oggi anche altre Congregazioni religiose femminili contribuiscono alla buona riuscita del progetto. Le due case (tra le prime del genere in Italia) nascono in via della Pineta Sacchetti e in via Michele Mercati e sono state inaugurate lo scorso 30 settembre. Sono accolte le donne che hanno già ottenuto il riconoscimento dello status di rifugiate in Italia o che potrebbero regolarizzare la loro condizione migratoria, includendo anche donne per cui è necessaria la trasformazione del tipo di permesso. Nelle due case si potrà stare per un periodo che va dai 6 mesi a un anno massimo, fino a che non abbiano raggiunto una completa autonomia e integrazione. Una siriana, una congolese, una ugandese: sono loro le prime entrate nella casa. Si tratta di persone che hanno avuto nelle loro comunità una serie di percorsi professionali che potrebbero essere utili in un processo di integrazione. Tra loro, anche una avvocatessa esperta di diritti umani. “Per noi lavorare con i migranti è una grande grazia che conferma la nostra missione. Ringraziamo Papa Francesco per il suo appello e la sua chiamata rivolta a tutto il mondo, invitandoci ad assumere quanto a lui sta cuore, cioè le donne migranti e rifugiate con bambini; il mio ringraziamento anche alla Congregazione delle Suore Missionarie del Sacro Cuore di Gesù che molto generosamente hanno aperto le loro case e insieme possiamo gestire il progetto. Tra noi c’è una grandissima collaborazione per sostenere i migranti”, spiega suor Neusa, superiora generale delle Scalabriniane. “Accogliere, proteggere, promuovere, integrare sono i quattro verbi guida per Papa Francesco e sono i quattro verbi che guidano le nostre scelte pastorali, perché nessuno deve sentirsi straniero, tutti siamo figli e figlie dello stesso Padre”. “Valorizziamo il principio della dignità umana, il diritto alla libertà e all’uguaglianza, la valorizzazione delle persone e la loro tutela. L’intenzione è quella di sostenere le donne nel loro percorso di integrazione e valorizzazione professionale. La base è il riscatto della speranza: queste donne ricevono aiuto e accompagnamento umano e professionale, vivendo esperienze di convivenza, di divertimento e di spiritualità che siano rivitalizzanti per riscattare la stima di loro stesse, spesso ferita durante il loro viaggio migratorio. E nello stesso tempo queste donne e i loro figli potranno contribuire alla costruzione di una società diversa, qui nel territorio romano dove sono inserite”.

Preghiamo Insieme
Possa una mano amica tergere le tue lacrime nel momento del dolore,
quando le tue mani hanno cercato tutto il giorno,
come un cieco, la luce e la gioia.
Giungo, come vedi, alla tua presenza con la dolente voce della mia indigenza.
La stanchezza nei piedi e nello sguardo, e le mani vuote, senza nulla.
Ma tu sai, Signore, che ai tuoi occhi non sono mai
inutili o vani i desideri del nostro cuore:
prendi le nostre mani vuote, cosi come sono;
anzi tienici sul palmo della tua mano, o Signore,
fino al nostro prossimo incontro con te.
Amen.