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  • 01/02/2019   Febbraio

    Boccioli di vita

    Boccioli di vita

    Questo mese, vista la vicinanza con la festa della famiglia e quella della vita incontriamo Genny del gruppo fiori per chiederle di spiegarci questo servizio:

         In cosa consiste il vostro servizio?

    Ci occupiamo di preparare le composizioni floreali e tutti gli altri simboli che accompagnano la liturgia durante la messa, a partire dal progettare le composizioni per poi procurare tutto il materiale necessario e infine disporlo sull’altare e averne cura affinché si mantenga bene.

         Quanti siete e quando vi trovate?

    Siamo in 4, ma attualmente “operative” solo in tre. Purtroppo, solo una ragazzina si è unita a noi quest’anno, avremmo bisogno di qualche rinforzo; ci troviamo il venerdì tra le 16:30 e le 17:00, mentre quando si avvicinano le feste c’è bisogno di più tempo per la preparazione.

         Perché è importante la presenza dei fiori sull’altare? Qual è il loro significato?

    Il punto di partenza delle composizioni è sempre la liturgia della domenica: i fiori devono aiutare l’assemblea a comprenderla attirando la loro attenzione con colori e forma. Infatti, esiste una simbologia legata sia ai colori, che devono riflettere quelli del tempo liturgico, sia al numero di fiori utilizzati che generalmente deve essere in numero dispari (3 o 5), infine anche alla forma che richiama alla Parola. Un esempio è la composizione fatta qualche anno fa in occasione della festa della famiglia: i fiori emergenti da due anfore diverse si uniscono e intrecciano racchiuse in un abbraccio più grande che è quello del Padre.

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    O anche la composizione fatta per la domenica del battesimo di Gesù il 13 gennaio: delle genziane pendono dall’alto verso il basso, accompagnate da un telo azzurro che rappresenta l’acqua del fiume Giordano che, dal battesimo di Gesù, inizia ad espandersi verso l’assemblea delle genti. Il tutto accompagnato da tre candele che nel numero ricordano lo Spirito Santo.

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         Quando è cominciato il servizio, cosa è cambiato?

    Per me ha avuto inizio con Patrizia nei primi anni 2000 quando abbiamo partecipato ad un corso a Vicenza. Anni fa capitava spesso che qualche curioso venisse a chiedere quale fosse il significato della composizione e cosa esprimesse, purtroppo ora accade molto meno; stiamo perdendo l’attenzione verso queste piccole cose che, se solo provassimo a soffermarci un attimo, avrebbero molto da dirci e da suscitare in noi. Anche con i fiori è possibile celebrare la liturgia.

  • 01/02/2019   Febbraio

    Marcia della pace 2019

    Marcia della pace 2019

    Sabato 12 gennaio, come ogni anno, si é svolta la Marcia della Pace per le vie di Lecco. Dal piazzale della Basilica di San Nicolo’ si é radunato un corteo che portava con se’ quattro cartelli con i principi fondamentali alla base di questa iniziativa: PROTEGGERE, PROMUOVERE, INTEGRARE e ACCOGLIERE.

    Questo progetto é stato accompagnato da molte altre idee su questo tema, fra cui una mostra realizzata dal pittore Raouf Gharbia in Piazza Cermenati, già molto impegnato nel tema dell’accoglienza. La provocazione lanciata da Papa Francesco quest’anno é stata “La buona politica al servizio della pace”, tema molto attuale in questo periodo. É bello poter osservare molte persone , fra cui parecchi giovani, di etnie cosi diverse tra loro, marciare insieme per un ideale comune all’insegna dell’allegria in un clima festoso. Fra i tanti partecipanti a questo evento, c’erano anche il Vicario episcopale, Monsignor Rolla e il Prevosto di Lecco, Monsignor Milani che, tra le tante parole pronunciate, ci hanno ricordato che “La pace é un cammino da compiere insieme”.

  • 01/02/2019   Febbraio

    Il corpo e la preghiera

    Il corpo e la Preghiera

    E’ ripartito il percorso decanale per i ragazzi di seconda media proposto dalla pastorale vocazionale del Decanato di Lecco: GET UP….METTITI IN MOTO.

    Il primo incontro, che ha visto la partecipazione di circa 90, tra ragazzi ed educatori, ha messo a tema il rapporto tra CORPO e PREGHIERA. Cristina Romano, ballerina e insegnante di danza conosciuta nel lecchese, ha aiutato i ragazzi a muovere i primi passi nella consapevolezza di avere un CORPO come dono prezioso per comunicare oltre le parole. Bella la metafora della vita come un CORPO DI BALLO, costituito da tanti elementi, tutti importanti, nella consapevolezza di non essere da soli, ma fatti per interagire. Stare a tempo e mettersi al passo dell’altro sono la condizione imprescindibile perché ci sia armonia tra ciò che esprimo e ciò che sento, tra me e gli altri. Una serie di esercizi di coppia, di gruppo o individuali hanno guidato i ragazzi all’interno di un percorso in cui fare esperienza di alcune parole come FIDUCIA nell’altro, scrivere il proprio nome col dito, il piede, il naso, il gomito…per dire chi sono io, sentire il RESPIRO dell’altro, prendermi CURA di lui.

    In un secondo momento, attraverso la proposta di un lavoro a piccoli gruppi, con l’aiuto dei catechisti, i ragazzi sono stati accompagnati a lasciare traccia, un’impronta, della loro preghiera: quale passo di danza esprime il loro modo di pregare…nella forma, nei luoghi e nei tempi che preferiscono. Ne sono usciti dei mandala ad orma unici che sono stati poi tradotti in un piccolo laboratorio in cui ogni ragazzo ha realizzato un portachiavi legando alla sagoma colorata di un piede una parola, quella che ha scoperto come possibilità per vivere la “danza della preghiera” nella propria giornata. Don Gianni ha raccolto tutto il percorso attorno alla preghiera del Salmo 62 rivisitato con una gestualità capace di accompagnare le parole ed esprimere quelli che sono gli stati d’animo mentre si prega: sentirsi terra assetata attaccati come radici al suolo, attingere la forza nel Signore e aggrapparsi a Lui, elevare le mani al cielo per cantare gioia e gratitudine. Al termine di una allegra cena di condivisione, ci siamo dati appuntamento al prossimo mese per continuare il percorso, condividere un tempo e uno spazio con altri ragazzi e andare a fondo del proprio rapporto con Dio.

  • 06/01/2019   Gennaio

    “Guidami sulla Via della Vita”

    La Pastorale vocazionale del Decanato di Lecco anche quest’anno propone un cammino di riflessione e orientamento sul senso della vita per i ragazzi di 1° e 2° media attraverso un itinerario scandito in tre tappe che vedono sempre un movimento dell’animo dall’esterno verso l’interno, dall’interno verso l’alto e dall’alto verso l’altro, verso i fratelli.

    Se per il primo anno il percorso è incentrato sulla ricerca di una direzione giusta da dare alla nostra vita, mediante l’incontro con testimoni, il confronto con la Parola, il gioco e un momento di condivisione, per coltivare l’abitudine all’ascolto, al silenzio e al confronto; per il secondo anno la proposta mette a tema la preghiera come uno STARE alla presenza di Dio, percepirla come Presenza per noi con il nostro CORPO, la respirazione, il corpo parla, lo stare con Lui e davanti a Lui … ma anch’io parlo con quello che sono; la preghiera è una INVOCAZIONE, una parola che si rivolge a Dio, perché prego, per chi prego?

    Le parole della preghiera non solo dette ma racconto di emozioni, intenzioni, un vissuto che si consegna a Lui…; la preghiera è una INTERCESSIONE per i fratelli e un prendersi a cuore le loro difficoltà

    di fronte ai problemi del mondo io affido tutto a Dio perché tocchi il cuore.

     La proposta vuole essere un’occasione di apertura e confronto con altri ragazzi del decanato e la possibilità di prendersi un tempo più disteso per mettersi in ascolto della vita e della parola che il Vangelo sa dire ancora ad un ragazzo che si affaccia alle prime scelte e muove i primi passi in cui giocare la sua libertà in scelte concrete che dicono uno stile di vita, quello di Gesù.

     

  • 06/01/2019   Gennaio

    L’importanza della veste “giusta”

    Giovedì 13 e venerdì 14 dicembre, i ragazzi di quarta elementare si sono accostati per la prima volta al sacramento della riconciliazione. Nei mesi precedenti si erano preparati con grande impegno a questo momento. Il percorso è iniziato con un invito a una cena feriale in oratorio con le loro famiglie.

    In seguito i ragazzi hanno ritrovato nei brani di Vangelo la presenza del cenacolo e scoperto il significato. Il passo successivo è stato l’incontro con la parabola del banchetto di nozze; qui si confrontanti con i protagonisti e in particolare si sono interrogati su quando non erano “degni” di partecipare al banchetto di nozze, hanno così scoperto che la “veste” da indossare per partecipare alla messa è quella della gratitudine. Sono seguiti poi tre incontri sulla parabola del figlio prodigo. Grazie ad una drammatizzazione hanno potuto immedesimarsi nei panni del padre, del figlio maggiore, e del figlio prodigo, cercando di rispondere ad alcune domande quali come ha agito il padre? Io cosa avrei fatto? Avrei perdonato? E il figlio perché se n’è andato? Che cosa cercava? Io sarei tornato sui miei passi? Avrei chiesto perdono?

    Durante uno di questi incontri ai ragazzi è stato messo un braccialetto, come simbolo del peccato che li teneva legati, che poi è stato tagliato proprio nel momento della confessione per  indicarne la liberazione. L’incontro successivo è stato dedicato alla preparazione vera e propria del sacramento, quindi hanno iniziato a scoprirne i momenti e l’esame di coscienza. E’ stato bello costatare che man mano che si avvicinava “il grande giorno”, da una parte cresceva in loro l’ansia, dall’altra maturava in loro la consapevolezza di far parte di una grande famiglia e di affrontare il primo sacramento “da grandi”. Accompagnati dai genitori, emozionati prima e felici dopo, si sono affidati tramite il don Gianni, al PRIMO abbraccio del PADRE MISERICORDIOSO! Ognuno di loro è stato invitato a scrivere il nome su un tassello e tutti i pezzi assieme hanno formato un’unica grande croce. Il tutto si è concluso con la festa: la drammatizzazione della parabola del Padre Misericordioso alla messa delle ore 10.

    Questo è stato un primo importante passo … e allora VIA COSI’ … verso l’incontro con Gesù!!                                                                                                                   

     Le catechiste

  • 06/01/2019   Gennaio

    Arriva un bastimento carico carico di… carità!!

    Questo mese incontriamo Enrica Sozzi per alcune domande:

     Che cos’è la Caritas?

     La Caritas è l’organismo pastorale individuato dalla Chiesa per educare alla carità. Alla Caritas è riconosciuto il ruolo educativo e organizzativo della comunità in ordine al servizio della carità. Animare la comunità alla carità non significa in primo luogo fare attività o progetti, ma aiutare a un’integrazione dello stile della giustizia e della carità nel proprio modo di agire e nell’insieme delle proprie attività.

     Cosa ti spinge ogni settimana a continuare il tuo servizio in Caritas?

     Il mio servizio non è qualcosa di straordinario, ma fa parte dell’ordinarietà che segue una scelta prima di tutto personale, ma che implica anche il coinvolgimento di un gruppo di persone. Un impegno a servizio della persona richiede costanza per costruire relazioni di fiducia e per poter scoprire le risorse che ognuno porta con sé e che lo rendono capace di “reggersi sulle proprie gambe”.

     Pensi che sia un servizio alla portata di tutti? Che possa essere un’occasione di fare comunità anche con i più piccoli?

     La carità e l’ascolto sono alla portata di tutti perché ciascun cristiano è chiamato a vivere la carità nella società e in ogni ambito della sua vita (famiglia, casa, scuola, lavoro, ecc…), ma mi aiuta a rispondere a questa domanda Martina, la ragazza che ha fatto Servizio Civile tre anni fa in Caritas di Lecco e ora è operatrice presso la segreteria di Caritas e si occupa di formazione a livello di scuole, oratori, gruppi giovani. 
    “La mia attività in Caritas mi ha permesso di incontrare tanti ragazzi e tanti bambini e da ogni esperienza imparo sempre molto. Sono proprio i più piccoli che hanno una sensibilità forte nei confronti del prossimo in difficoltà. Mi è capitato, per esempio, di parlare di “povertà” ai bambini di una scuola dell’infanzia e con grande facilità i bambini ascoltano le storie e si immedesimano nelle difficoltà altrui. 
    Ho svolto incontri anche nelle scuole superiori dove ogni anno mi viene chiesto di parlare di povertà del territorio e di immigrazione. Non sono tematiche sempre facili da affrontare, ma i ragazzi si mostrano interessati, soprattutto quando si parla di situazioni vicine alla loro quotidianità”.

     Organizzate iniziative per i giovani in modo che possano conoscere questa realtà del dono e dell’aiuto al prossimo?

     Sì, la Caritas ha un’attenzione particolare nei confronti dei giovani e cerca di coinvolgerli e incontrarli laddove è possibile, in particolare nelle scuole e negli oratori. In questa parte dell’anno abbiamo incontrato diversi gruppi giovanili negli oratori e dopo aver presentato la Caritas abbiamo proposto loro di venire a vivere un’esperienza di servizio presso il Rifugio Notturno a fianco delle persone senza fissa dimora. Quello che abbiamo imparato dai giovani in questi anni è proprio l’importanza di renderli protagonisti, infatti sono loro che animano le serate con proposte sempre diverse. Ci sono anche parrocchie che invitano gli ospiti del Rifugio per una cena in settimana e anche in questo caso sono i giovani che si impegnano nell’accoglienza.