Preghiera iniziale dal salmo 112
Lodate, servi del Signore,
lodate il nome del Signore.
2 Sia benedetto il nome del Signore, ora e sempre.
3 Dal sorgere del sole al suo tramonto sia lodato il nome del Signore.
4 Su tutti i popoli eccelso è il Signore, più alta dei cieli è la sua gloria.
5 Chi è pari al Signore nostro Dio
che siede nell'alto
6 e si china a guardare
nei cieli e sulla terra?
7 Solleva l'indigente dalla polvere, dall'immondizia rialza il povero,
8 per farlo sedere tra i principi,
tra i principi del suo popolo.
9 Fa abitare la sterile nella sua casa quale madre gioiosa di figli.
Dal Vangelo di Matteo
31Espose loro un'altra parabola, dicendo: "Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. 32Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell'orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami ". 33Disse loro un'altra parabola: "Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata". 44Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. 45Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; 46trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Un po ‘di contesto
Dopo il Discorso della Montagna, i miracoli di guarigione e l'invio in missione dei discepoli, Matteo ci dà conto del rifiuto che Gesù e la predicazione della prossimità del Regno dei Cieli stanno incontrando. Lo fa mostrando, con una serie di episodi, come all'interno del popolo emergano differenze a fron- te della stessa Parola, comunque annunciata a tutti indistintamente: il rimprovero alla sua generazione giudicata capricciosa e dura di cuore, la scossa data ai villaggi attorno al lago, i contrasti con scribi e farisei vedono da parte di Gesù l'ostinato insegnamento del Vangelo del Regno, insieme alla dichiara- zione che l'accesso alla sua comprensione è solo dono del Padre e che solo coloro che sono piccoli possono fruirne. Gesù, ora, non insegna ma «parla in parabole» e il motivo è esattamente questa situazione di mol- teplicità di reazioni dentro al popolo. L'uso delle parabole - per le quali è necessaria una decodifica simbolica - è la dichiarazione plastica dell'incapacità di comprendere e, insieme, della necessità di mettersi in gioco per capire.
Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: "Perché a loro parli con parabole?". Egli rispose loro: "Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell'abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. (Mt 13, 10-13)
È il tema dell'indurimento di Israele. Per Mt la cecità e sordità di Israele sono un dato assodato e non dipendono certo dalle parabole di Gesù. Essi non capiscono «le parole del Regno» per il fatto che sono sordi e ciechi, non certo viceversa. il discorso in parabole è la risposta di Gesù a tale situazione di fatto. Oppure si potrebbe anche dire così: il discorso in parabole condensa narrativamente il rifiuto di Israele; la spiegazione in privato ai discepoli sottolinea la loro apertura, anche se imperfetta e parziale. Si tratta di un gesto dal carattere profetico con il quale Gesù dichiara un'incomunicabilità con Israele: «Voi non volete vedere e sentire». Se volessero, potrebbero, come capita ai dodici che possono godere di particolari approfondimenti. Va osservato che, sorprendentemente, le parabole non paiono in grado da sole di rimuovere la durezza del popolo, ribadendo ancora la necessità del contributo della libertà personale. In questo modo segnano il confine tra chi capisce e chi no, tra chi si decide e chi no. La parabola dei terreni che precede immediatamente le parabole del Regno, va compresa dentro questo contesto di contrasto tra l'accoglienza che i discepoli riservano alla parola di Gesù e la resistenza del popolo. A questi ultimi viene ricordato di non dare per scontata la loro capacità di ascolto con una sorta di «parabola sulle parabole», cioè sul modo in cui accogliere la predicazione di Gesù, qual è la il racconto dei terreni. Il riferimento ai frutti, costante in quella parabola, ci lascia intendere che non si tratta di un’intelligenza esclusivamente razionale, bensì di carattere pratico: ascoltare, capire, fare sono una cosa sola. Entra nel Regno solo chi unisce la comprensione all’ubbidienza e alla prassi.