Questo sito utilizza cookie tecnici per le sue funzionalità.
Se vuoi saperne di più clicca qui.
Accettando questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie.

Carissimi ragazzi e giovani, carissime famiglie,
stiamo vivendo un tempo di “prova” ... come ogni prova la prima impressione che
sentiamo addosso è quella di una “privazione”.
sentiamo che ci è tolto qualcosa, lo avvertiamo come “strappo” e ingiustizia.
E’ vero, dobbiamo ascoltare questo moto interiore... solo ascoltandolo la prova, ogni
prova della vita, ci cambia. Possiamo reagirci contro e voler riportare tutto a quello che
facevamo prima... oppure possiamo stare nella prova e capire che ci chiede di
cambiare!
Un primo grande cambiamento che ci è chiesto è nello “spazio”, ci è chiesto di
stare nelle nostre case e non nei bar, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nei centri
commerciali, nei parchi, nelle palestre, nelle chiese... sono tutti spazi che sentivamo
“nostri” perché entravamo ed uscivamo prendendo quello che ci “serviva” o ci
“piaceva”. Forse ora che non li abbiamo disponibili possiamo capire che quegli spazi
valgono se rappresentano un di più, qualcosa di più grande che va rispettato e custodito.
E’ inutile avere un parco giochi se poi lo devastiamo con incuria, o una palestra se non ne
rispettiamo le strutture, o una scuola se non ascoltiamo chi ci parla...
Un secondo cambiamento ci è chiesto nelle “relazioni”. Ci è chiesto di stare con la
nostra famiglia, di non uscire ad incontrare gli amici, a giocare con loro, ad andare nelle
loro case, ad uscire con loro. Forse ora che “gli altri” ci sono tolti possiamo capire che è
veramente diverso “stare accanto” dal “sentire” una persona! per sentire basta un
messaggio, una telefonata... ma questo ora non ci è tolto, anzi siamo incentivati a farlo.
Ci manca lo “stare”, lo stare insieme, lo stare accanto ... questo dovrebbe farci riflettere
anche dopo, altrimenti non sarà cambiato nulla! per una relazione vera non basta il
“sentire” occorre la disponibilità dell’animo che si lascia toccare nel proprio tempo, nella
vicinanza concreta, nell’incontro a tu per tu. Quello che avviene proprio in questo
periodo nelle nostre case, dove siamo “costretti” a fare i conti con gli altri che ci sono,
che hanno bisogno dei loro spazi, che hanno i loro tempi e i loro bisogni. E’ proprio
imparando a fare i conti con la concretezza di questi gesti che possiamo imparare a
costruire le relazioni più grandi che valgono per tutta la comunità, per tutta la vita.
Un ultimo cambiamento ci è chiesto sul modo con cui guardiamo la “salute”. La
nostra e quella di tutti. Pensiamo che la salute, il lavoro, la libertà, la vita in genere e tanto
altro che concerne il vivere ci siano “dovuti”. Questa prova ci tocca nel nostro essenziale
e ci fa comprendere quanto siamo fragili... agli occhi del mondo siamo poca cosa.
Questo dovrebbe educarci alla vera “gratitudine” ed alla riconoscenza. Ciò che
abbiamo ricevuto come dono non va trattato con superficialità. Ciò che è per me ha
valore se diventa dono per tutti. Vivere non è un “fatto privato” ma la bellezza di un coro
che insieme alza la propria lode e diventa sinfonia perché tiene nel canto le particolarità
di tutti e di ciascuno.
Se impariamo ad “ascoltare” queste prove ( lo spazio, le relazioni, la salute)
potremo insieme essere autori di un vero cambiamento che ci farà crescere come
persone e come comunità. Se subiamo da arrabbiati questo tempo e queste prove la
vita, come ci cambia adesso ci cambierà lo stesso, ma non ci avrà fatto crescere...
ripeteremo prima o poi gli errori del passato.
“Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo!”... diceva Mohandas Karamchard
Gandhi, detto il Mahatma (in sanscrito significa Grande Anima, soprannome datogli dal
poeta indiano Tagore).
Osiamo...cambiare per cambiarci!

Don Gianni